I test di Rorschach

Noto come il “test delle macchie di inchiostro”, il test di Rorschach fu inventato da Hermann Rorschach (1884-1922) e rappresenta tuttora lo strumento più completo e potente per eseguire una diagnosi di personalità e quindi valutare la gravità o meno della situazione clinica, che non sempre è manifesta.

Si potrebbe definire una radiografia della psiche, un mezzo per vedere al di là di ciò che si osserva con l’occhio umano e che permette di scoprire i conflitti più profondi.

E’ uno strumento fondamentale per fare una psicodiagnosi o una diagnosi differenziale tra nevrosi, psicosi e struttura borderline di personalità.

Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che dall’osservazione di dieci macchie di inchiostro, realizzate dal genio di H. Rorschach un secolo fa, si riesca ancora oggi a comprendere il funzionamento psichico di una persona sulla base delle sue associazioni verbali, eppure ciò accade.

Alla base dei modelli interpretativi, definiti tecnicamente Metodi di siglatura, c’è il riferimento a un campione statistico e c’è la conoscenza dell’inconscio e del suo modo di esprimersi attraverso il simbolismo.  Molti conoscono questo test perché viene mostrato nei film, a volte anche in modo deontologicamente non appropriato perché le tavole originali non dovrebbero essere viste se non al momento della prova, e quindi in situazioni non cliniche, come il cinema, dovrebbero essere utilizzate dei facsimili, una regola che non è sempre stata rispettata. Il somministratore deve essere uno psicologo o psichiatra e deve essersi formato in una scuola specifica. La scuola più accreditata a Roma è la Scuola Romana Rorschach, che è stata creata da Carlo Rizzo nel 1938 ed utilizza un metodo di siglatura molto complesso, seppur ricco di spunti di inventiva ed originalità, che viene appreso in due anni di studio, necessari per conseguire l’attestato. Si ritiene che uno psicologo debba aver somministrato il test ad almeno 100 soggetti per potersi definire un “rorschachista”. Il tempo necessario al professionista per elaborare il test è lungo perché, per poter trarre informazioni dal protocollo, è necessario fare sia un’analisi psicometrica che un’analisi del contenuto delle risposte attingendo al simbolismo psicoanalitico. Alla fine, si ottiene uno Specchio dei computi che presenta dati di natura oggettiva che altri professionisti, esperti nel test, possono analizzare per confermare o confutare la diagnosi emersa. Questo è il motivo per cui viene spesso utilizzato anche nei Tribunali.

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